Vodka, Numeri, Vodka Ai Pesci e Ancora Numeri

Oggi era l’anniversario della liberazione d’Italia, dal prossimo 2017 sarà anche ricordato come giorno della prima sfuriata seria della Bea nei confronti del Sognolotto e della sua prima vodka. Dice che è inutile metterci becco nelle sue previsioni, fino a prova contraria sono più vincenti delle mie!

Tutte balle cara Bea, se te ci metti i numeri, le ruote e quel mal di testa quotidiano sono a carico del Sognolotto che ne analizza numero per numero, il merito è di entrambi, poi, se mi dai suddetti i numeri segnati giù sul retro della busta dell’agenda delle nostre costanti uscite cosa vuoi vincere, quei numeri li sono uguali a quelli sulla mia agendina, guarda bene che sono uguali.
Dal mio padiglione destro entrava un acutissimo alito al sapor di flauto suonato da un suonatore delle elementari, dal sinistro, otturato dall’auricolare, si liberava un sibillino al suon di gelato al cioccolato, la radio locale suonava la canzone del Pupo nazionale, dalla mia grancassa uno sbuffo inteso dalla Bea come una sorta di va a quel paese ma molto peggio.

Non ci si riusciva a mettere d’accordo numeri, ambate e ruote. Il suo bar, oggi è chiuso la sua auto era poco lontana, mentre ci dirigiamo verso il lungo fiume mi chiede di rovistare nella sua borsetta, li doveva esserci un cartoncino con segnati altri numeri.
Premetto che mettere mani all’interno dei segreti di una poco più che trentenne (mi sembra o forse meno) non mi garba mica tanto, ho ancora i segni sul polso del suo cane da sac à main poi non si sa mai quel che ci si può trovare, infatti, l il peso non era indifferente, chiesi di nuovo, chiesi di nuovo permesso, chiusi gli occhi ed infilai la mano sinistra, toccai qualcosa di freddo e vetroso, era una bottiglietta ben tappata ma senza etichetta, conteneva un liquido chiaro. Mi disse che era Vodka lasciata al suo bar da un cliente venuto dall’est in bicicletta. Dopo l’assaggiamo Mi disse! Continuo l’esplorazione nei bassifondi e trovo il fatidico cartoncino, ecco i numeri. Fermiamo l’auto e ci incamminiamo verso sud, due passi ed ecco il piccolo parco dotato di panchine e tavolini da picnic, ci accomodiamo, assaggio un sorso di quel liquido. Che schifo…, un distillato di pura camera d’aria di bicicletta, lo assaggia anche lei, stessa reazione, il liquido finisce giusto nel fiume a dissetare bottatrici e pesci siluro. Ora tocca ai numeri, meno di un ora e sono pronti, domani si va a pesca.