Ciao Sognolotto, lavorare in una scuola con i bambini è sempre stato il mio sogno sin dai tempi dell’oratorio quando ricoprivo il ruolo di animatore per una ventina fra ragazzi e ragazze. Dopo la maturità ho lavorato come falegname, come lavapiatti, barista e ho persino lavorato per un impresa di pulizie, il tornaconto economico era la mia unica soddisfazione, il resto lasciamo perdere, il mio posto era a scuola.
Un amico, figlio di docenti, mi disse di aver saputo dalla madre della possibilità di partecipare ad un concorso per diventare bidello, non ci pensai un secondo, quello era il mio lavoro. Partecipai a quel concorso e dopo un anno circa fui chiamato per un primo incarico in una piccola scuola nelle vicinanze, due anni più tardi conobbi una ragazza lombarda e grazie anche a lei riuscii a lavorare presso un istituto nella sua regione. Mi ospitò per un breve periodo poi la nostra storia finì ma da quella scuola non me ne sono più andato, ora vivo da sigle in un piccolo appartamento alle porte di Milano e in quella scuola ci lavoro tuttora.
La scuola contra oltre 150 alunni fra infanzia ed elementare, potete immaginarvi di quanti decibel siano potenti le loro grida soprattutto nelle ore dei pasti ma è quello che desideravo, riesco persino a tollerare decine e decine di scherzetti che riescono ad inventarsi tutti i santi giorni, ormai hanno capito che mi diverto pure. Immaginate quando mi sottraggono il Vileda tutto bagnato e si divertono a tirare delle strisce di umido lungo tutto il pavimento del corridoio, mi manomettono la fotocopiatrice, mi bloccano i cassetti della scrivania! A volte sono insopportabili, per fortuna di pazienza ne ho da vendere. Poche notti fa ho sognato di dover tornare fra i banchi di scuola come alunno, alla mia età dovevo di nuovo ripetere la quinta elementare, ve lo racconto.
Per recarmi a scuola dovevo percorrere una mulattiera che era, nientemeno, la stessa che percorrevo da piccolo, anche l’edificio e le aule erano le stesse tranne gli alunni, quelli erano della scuola dove lavoro oggi. La mulattiera si affaccia su una piazza ed infondo il portone, giunto sull’uscio mi fermo e torno indietro, mi vergognavo alla vista di quei bambini che, però, mi applaudivano. Qualcuno mi afferrava per un braccio per non lasciarmi scappare minacciandomi pure che se non sarei entrato mi avrebbero bocciato. Alla fine, il tira e molla l’ho perso e mi son trovato seduto ad un tavolino con piano azzurro, ero imbarazzatissimo ma i bambini, invece di sbeffeggiarmi continuavano ad applaudirmi e a confortarmi. Tutti mi avevano messo a mio agio e mi stavano attorno chiedendomi di raccontar loro delle favole.
Dal 12 Aprile 2016 per 24 Colpi
SAB-4-GIU | colpo 24 di 24